Specie di Tartufo

specie di tartufo blurbIn natura esistono diverse specie di tartufo, che sono caratterizzate da diversi nomi, forme, profumi e colori; queste non sono le uniche peculiarità che li contraddistinguono, infatti ogni tipo di tartufo cresce sotto particolari alberi e in stagioni diverse. I tartufi di qualità sono:

– Tartufo Nero Pregiato
– Tartufo Nero Invernale
– Tartufo Nero Liscio
– 
Tartufo Estivo o Scorzone
– Tartufo Moscato
– Tartufo Bianco
– 
Tartufo Estivo Uncinato
– 
Tartufo Nero Ordinario o Mesenterico
– 
Tartufo Bianchetto o Marzuolo

Tartufo Nero Pregiato (Tuber melanosporum Vittad.)

Il corpo fruttifero ha una grandezza variabile da quella di un pisello a quella di una mela: sono rari gli esemplari che superano i 500 g di peso. 
Il peridio è verrucoso di colore nero opaco dopo il lavaggio, con tonalità rossastre più evidenti alla base delle verruche; queste sono poligonali, generalmente depresse all’apice in modo che il tartufo non appare fortemente rugoso come il tartufo estivo (Tuber aestivum Vittad.). 
La gleba o polpa è nero-violacea a maturità, con venature bianche, fini, più o meno anastomosate tra di loro e che virano verso il colore rosso dopo il taglio.  Quando il tartufo è immaturo il peridio è di colore rosso e la gleba è bianca.
Il tartufo nero si può confondere con diverse altre specie di tartufo a peridio nero che hanno la stessa epoca di raccolta come Tuber brumaleTuber brumale forma moschatumTuber aestivum var. uncinatum, Tuber mesentericum, ecc. 
Si può distinguere da questi perché ha le verruche poco pronunciate, depresse all’estremità e provviste di striature rossastre alla loro base, il peridio di colore nero opaco con riflessi rossastri e la gleba di colore nero-violaceo.

Spore

Le spore sono di tipo echinulato, ovali che ricordano una palla da rugby, di colore bruno scuro, riunite in aschi nel numero di 1-4;  l’asse maggiore è di 30-40 µm, quello minore di 20-25 µm.

Distribuzione

In Italia si raccoglie nell’Appennino centro-settentrionale cioè dalla Campania fino alle Prealpi.
Le regioni più produttive sono l’Umbria, le Marche, l’Abruzzo e il Lazio.
Il suo areale comprendente buona parte del bacino del Mediterraneo (Italia, Francia, Spagna). 
In Francia è conosciuto con il nome di “Tartufo del Perigord”.  Piccole aree di raccolta sono presenti in Marocco, Grecia, ex Jugoslavia.    Viene coltivato in Italia, Francia, Spagna, Grecia, Australia, Nuova Zelanda, California.

Periodo di raccolta

Matura da novembre alla metà di marzo.
Il periodo migliore per gustare il tartufo nero va dalla metà di gennaio alla metà di febbraio.

Aree naturali di raccolta

Nell’Italia centrale le tartufaie naturali sono ubicate ad altitudini comprese tra 300 1000 m s.l.m., l’altitudine più frequente è di 500-800 m s.l.m. ed è quella consigliata per la realizzazione delle tartufaie coltivate di tartufo nero.
L’esposizione preferita è quella soleggiata a quote elevate e ombreggiata a quote basse.
Le aree dove cresce il tartufo nero sono ben riconoscibili perché si presentano prive o molto povere di vegetazione erbacea:
si formano, cioè, piccole superfici generalmente circolari, con vegetazione fortemente diradata, chiamate cave o pianelli.

Piante simbionti

Vive in simbiosi con numerose specie arboree ed arbustive tra cui le più frequenti in ordine decrescente sono:
la roverella (Quercus pubescens Willd.), il leccio (Quercus ilex L.), il nocciolo (Corylus avellana L.) e il carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.). 

Tartufo Nero Invernale (Tuber brumale Vittad.)

E’ un tartufo nero, di grandezza medio-piccola, con peridio verrucoso a verruche simili a quelle del tartufo nero pregiato.
La gleba è di colore cioccolato ed è percorsa da venature bianche larghe e distanziate tra di loro. L’odore è tenue e gradevole.
Si confonde con il tartufo nero da cui si distingue per il colore della gleba e la larghezza e disposizione delle venature.

Spore

Le spore sono di forma ovali brune, traslucide a maturità, aculeate, riunite in aschi nel numero di 4-6 e talvolta anche meno, più piccole di quelle del Tuber melanosporum, più chiare e con aculei più sottili e lunghi. Misurano 16-28 x 32-40 µm.

Distribuzione

E’ presente, ma non frequente, nelle stesse aree dove cresce il tartufo nero pregiato.

Periodo di raccolta

Matura da gennaio a marzo.

Aree naturali di raccolta

Il tartufo brumale nella sua forma tipica e moscato, preferisce terreni con una costituzione simile a quelli dove vive il tartufo nero pregiato, ma più poveri di carbonato di calcio,
tendenzialmente più argillosi, non eccessivamente permeabili e pertanto capaci di mantenere più a lungo l’umidità.
Nelle tartufaie coltivate di tartufo nero pregiato sottoposte a frequenti irrigazioni, si può verificare l’ingresso del tartufo brumale favorito dall’umidità e dalla lisciviazione del carbonato di calcio
.

Piante simbionti

Il tartufo brumale vive in simbiosi con le stesse specie simbionti di Tuber melanosporum

Tartufo Nero Liscio (Tuber macrosporum Vittad.)

Il peridio è di colore bruno rossastro, verrucoso ma con verruche fortemente depresse da far apparire il tartufo quasi lisci.
La gleba tende al purpureo con venature larghe numerose e chiare brunescenti all’aria.
Emana un gradevole profumo agliaceo che ricorda il tartufo bianco pregiato.
E’ un tartufo poco diffuso in tutta l’Italia e non ha un mercato proprio.
Si può confondere con i tartufi neri a maturazione autunnale da cui si distingue per il peridio pressoché liscio.
Si raccoglie nelle stesse zone in cui vive Tuber magnatum, ha esigenze pedoclimatiche simili e contrae la simbiosi con le stesse piante
.

Spore

Sono alveolate, di forma ellissoidale, di colore bruno-rossastro e di grandi dimensioni 30-55 x 60-80 µm.

Distribuzione

E’ presente in tutta la penisola italiana ma poco frequente.
Cresce nelle stesse aree dove si raccoglie il tartufo bianco pregiato
.

Periodo di raccolta

Matura da settembre a dicembre.

Aree naturali di raccolta

Questa specie cresce negli ambienti di fondovalle su terreni profondi, freschi e di colore grigio-verdognolo tipici del tartufo bianco,
ma anche più compatti e ricchi di ferro e perciò di colore bruno-rossastro.
Vive anche in suoli con limitata presenza di carbonati a condizione che sia garantito un discreto grado di umidità ed un buon ombreggiamento.
Le tartufaie naturali sono situate principalmente nei terreni di fondovalle poco soleggiati a quote comprese tra 0 e 1000 m s.l.m
.

Piante simbionti

Le piante simbionti più frequenti sono il pioppo bianco (Populus alba L.), la farnia (Quercus robur L.), il pioppo nero (Populus nigra L.), la roverella (Quercus pubescens Willd.), il carpino bianco (Carpinus betulus L.) e il carpino nero (Ostrya carpinifoliaScop.).

Tartufo Estivo o Scorzone (Tuber aestivum Vittad.)

Il corpo fruttifero ha dimensioni simili a quelle del tartufo nero pregiato.
Si riconosce per il peridio verrucoso con verruche grossolane, piramidali, con le facce finemente striate trasversalmente e di colore nero lucido dopo il lavaggio.
La gleba è di colore variabile dal marmoreo al nocciola più o meno intenso con venature chiare, numerose e più o meno ramificate.
E’ il tartufo più diffuso in Italia e quello che richiede minori esigenze pedoclimatiche per potersi sviluppare.
Non si confonde con altre specie di tartufo perché è l’unico a maturazione estiva.

Spore

Le spore sono irregolarmente alveolate, ellittico-rotondate, riunite in numero di 1-3 per asco. Misurano 18-30 x 25-35 µm.

Distribuzione

Si raccoglie in tutte le regioni italiane comprese le isole maggiori ad altitudini molto diverse (0-1500 m.s.l.m.).
Si raccoglie in tutta l’Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia, Inghilterra, Danimarca, Polonia, Bielorussia, Austria, Francia, Italia, Spagna, Grecia, Romania, Slovenia, Cecoslovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia) e in molti paesi extraeuropei (Azerbaigian, Marocco, Tunisia, Turchia, Kazakhstan, ecc.)
.

Periodo di raccolta

Matura dalla metà di maggio alla metà di agosto.

Ambiente idoneo

Questa specie cresce in ambienti con caratteri pedologici e climatici molto diversi facendo supporre la presenza, nell’ambito della specie, di più ecotipi adattati a condizioni ambientali diverse.
Vive dal livello del mare fino a 1200 – 1500 m s.l.m. su terreni alquanto diversi purché di natura calcarea e non eccessivamente compatti.
E’ capace di sopportare un buon grado di ombreggiamento che gli consente di vivere anche in bosco.
Dove cresce si formano pianelli meno evidenti rispetto a quelli del tartufo nero pregiato
.

Piante simbionti

Il tartufo estivo vive in simbiosi con numerose specie arboree ed arbustive: Roverella (Quercus pubescens Willd.), Farnia, (Quercus robur L.),
Cerro (Quercus cerris L.), Leccio (Quercus ilex L.), Nocciolo (Corylus avellana L.), Carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.), Carpino bianco Carpinus betulus L.,
Carpino orientale o carpinello (Carpinus orientalis L.), Faggio (Fagus sylvatica L.), numerose specie di Pino (Pinus sp.pl.), Tiglio (Tilia sp.pl.), Cisto rosso (Cistus incanus L.) e forse altre specie.

Tartufo Moscato (Tuber brumale Vittad. formamoschatum De Ferry)

Tartufo molto simile a Tuber brumale tipico da cui si differenzia per il peridio che si distacca facilmente dalla gleba durante il lavaggio e per il forte profumo di muschiato.
E’ più frequente di quest’ultimo
.

Spore

Le spore non si differenziano da quelle di Tuber brumale.

Distribuzione

Rispetto a Tuber brumale è più diffuso e si spinge più a sud.

Periodo di raccolta

Matura da dicembre a marzo.

Ambiente idoneo

 

Piante simbionti

Vive con le stesse piante simbionti di Tuber brumale pur preferendo il nocciolo (Corylus avellana).

Tartufo Bianco (Tuber magnatum Pico)

Il corpo fruttifero ha dimensioni variabili da quella di un pisello a quella di una grossa arancia e raramente è ancora più grande
(sono stati raccolti carpofori di eccezionale grandezza e del peso di oltre 2 kg).
Il peridio è liscio, di colore variabile dall’ocra pallido al giallo chiaro al verde tenue e talora con sfumature rossastre.
Anche la gleba è di colore variabile dall’ocra chiaro al nocciola più o meno intenso ed è solcata da numerose vene bianche,
sottili e molto avvicinate che scompaiono con la cottura.
Può essere scambiato con il tartufo bianchetto (Tuber borchiiVittad.) che ha caratteristiche morfologiche simili;
quest’ultimo si differenzia perché di solito è più piccolo, il peridio è di colore non omogeneo che passa dal grigio al fulvo al marrone e non è mai giallo come il tartufo bianco che invece ha un colore omogeneo e solo in qualche caso presenta sfumature rossastre.
Altri elementi diagnostici sono le vene della gleba che sono sottili e ravvicinate nel tartufo bianco e distanziate e più ampie nel bianchetto; il profumo è penetrante e gradevole quello del tartufo bianco e agliaceo e sgradevole quello del bianchetto.

Spore

Le spore sono di tipo alveolato, rotonde o lievemente ellittiche, il diametro medio è di 21-30 µm e gli alveoli sono disformi e grandi (10-20 µm di diametro); all’osservazione microscopica se ne contano 3-4 per ogni faccia delle spore.
Gli aschi sono globosi od obovati, sub-peduncolati, contengono 1-4 spore e misurano in media 60-70 x 40-65 µm
.

Distribuzione

In Italia si raccoglie in tutta la penisola cioè dalla Calabria alle Prealpi.  
Le regioni più ricche sono il Piemonte, la Lombardia, l’Emilia, la Toscana, le Marche, l’Umbria, il Lazio, il Molise e la Basilicata.
Il tartufo bianco viene considerato il gioiello della flora micologica italiana perché, oltre all’Italia, è sporadico in alcune regioni della ex Jugoslavia, Romania e Bulgaria
.

Periodo di raccolta

Matura da ottobre alla metà di gennaio.

Ambiente idoneo

Vive nei terreni profondi, freschi, sciolti, sabbioso-limosi o limoso argillosi, poveri di scheletro,
permeabili, a reazione sub-alcalina, ricchi di carbonato di calcio e di potassio, poveri di azoto e di fosforo, dotati di un sufficiente grado di umidità durante tutte le stagioni.
Le zone di raccolta si rinvengono nei boschi soprattutto di fondovalle, lungo i corsi d’acqua, nei versanti delle colline dove si accumula un sufficiente grado di umidità, e più raramente in prossimità di piante isolate.
Nelle tartufaie naturali produttive si rilevano sempre microclimi ben definiti ed uniformi, caratterizzati da limitate temperature estive, poco pronunciate escursioni termiche giornaliere e stagionali, elevata umidità dell’aria.
Dove cresce il tartufo bianco non si formano i pianelli al pari dei tartufi neri.

Piante simbionti

Le piante simbionti più frequenti sono il pioppo bianco (Populus alba L.), la farnia (Quercus robur L.), il pioppo nero (Populus nigra L.), la roverella (Quercus pubescens Willd.), il carpino bianco (Carpinus betulus L.) e il carpino nero (Ostrya carpinifoliaScop.), i salici (Salix sp.èl.).

Tartufo estivo uncinato (Tuber aestivum Vittad. f.uncinatum “Chatin” Fischer)

E’ un tartufo molto simile al tartufo estivo da cui si differenzia per il periodo di maturazione (Ottobre-Febbraio),
per la gleba generalmente di un colore più intenso, un peso specifico maggiore e un profumo più pronunciato.
Le dimensioni e il peridio sono analoghi a quelli del tartufo estivo.
Può essere scambiato con il tartufo nero pregiato da cui si riconosce per il peridio privo dei riflessi rossastri e per la gleba di colore nocciole e mai nera come quella di Tuber melanosporum.
Altro tartufo con cui si confonde facilmente è Tuber mesentericumche ha un habitat di crescita e un periodo di raccolta alquanto simili.
Si riconosce da questo solo per il profumo gradevole e per la mancanza di una invaginazione del peridio a forma di ombelico.

Spore

Le spore sono irregolarmente alveolate, simili a quelle del tartufo estivo da cui si riconoscono per gli alveoli che sono più profondi (2-4 um in Tuber aestivum e 4-6 um in Tuber uncinatum).

Distribuzione

In Italia è presente nei boschi misti e nelle faggete di alta collina e montagna lungo tutto l’Appennino.
Ha lo stesso areale di Tuber aestivum
.

Periodo di raccolta

Matura da ottobre a gennaio.

Ambiente idoneo

L’ambiente di crescita del tartufo uncinato è caratterizzato da estati sufficientemente fresche
e tali da consentire ai corpi fruttiferi di superare il periodo estivo e di maturare in autunno-inverno.
Il terreno è generalmente ricco di materia organica, molto soffice e di natura calcarea.
Comunemente si raccoglie nei boschi dove la calura estiva è mitigata dall’ombreggiamento e dall’altitudine e dove si conserva un minimo di umidità anche durante l’estate
.

Piante simbionti

Il tartufo uncinato può vivere in simbiosi con le stesse specie arboree ed arbustive viste per Tuber aestivum.
L’ambiente di crescita seleziona le specie simbionti che, in ordine decrescente sono: Faggio (Fagus sylvatica L.), Cerro (Quercus cerris L.), Carpino nero (Ostrya carpinifolia Scop.), nocciolo (Corylus avellana L.), Roverella (Quercus pubescens Willd.).

Tartufo Nero Ordinario o Mesenterico (Tuber mesentericum Vittad.)

Le spore sono di tipo alveolato come quelle del tartufo estivo. Misurano 23-37 x 27-53 µm.
Gli alveoli sono di medio-piccola dimensione e presentano le pareti laterali non completamente chiuse e di altezza irregolare in modo che le creste appaiono frastagliate
.

Spore

Le spore sono di tipo alveolato come quelle del tartufo estivo. Misurano 23-37 x 27-53 µm.
Gli alveoli sono di medio-piccola dimensione e presentano le pareti laterali non completamente chiuse e di altezza irregolare in modo che le creste appaiono frastagliate
.

Distribuzione

Ha un areale simile al tartufo uncinato.

Periodo di raccolta

Matura da gennaio a marzo.

Ambiente idoneo

 

Piante simbionti

Le piante simbionti più frequenti sono i faggi (Fagus sylvatica L.), seguiti dai noccioli (Corylus avellana L.), cerri (Quercus cerris L.) e carpini neri (Ostrya carpinifolia Scop.).

Tartufo Bianchetto o Marzuolo (Tuber borchiiVittad.)

Il corpo fruttifero è provvisto di un peridio liscio di colore biancastro tendente al fulvo e di una gleba chiara tendente al fulvo fino al bruno con venature numerose e ramificate.
Le dimensioni sono ridotte e di solito non superano la grandezza di un uovo di gallina.
Può confondersi con Tuber magnatum da cui si riconosce per il profumo meno gradevole che ricorda l’odore di aglio, per il periodo di maturazione che è nettamente diverso, per la gleba che presenta le venature distanziate tra di loro e per le spore che presentano alveoli piccoli e regolari a mo di nido d’ape.
Per la somiglianza con il tartufo bianco, di frequente è oggetto di frodi commerciali. Per evitare tali frodi è bene avvertire i consumatori poco esperti di non acquistare tartufi bianchi nei mesi di febbraio-marzo perché si tratta sicuramente di bianchetti e di dubitare dei ristoratori che offrono piatti conditi con tartufi freschi in periodi diversi da quelli di maturazione del tartufo bianco (ottobre-dicembre)
.

Spore

Ha spore leggermente ellittiche regolarmente alveolate o reticolate a piccole maglie riunite in aschi fino a 4. Misurano 24-32 x 30-45 µm.

Distribuzione

E ‘ una specie che ha una diffusione ampia quanto il tartufo estivo.

Periodo di raccolta

Matura da febbraio alla metà di aprile.

Ambiente idoneo

Vive comunemente nelle pinete soprattutto litoranee caratterizzate da un clima mediterraneo e da terreni permeabili, generalmente sabbiosi, ben soleggiati, calcarei e con una reazione variabile da neutra a sub-alcalina a lievemente sub-acida
Preferisce le esposizioni ventilate e le zone lievemente pendenti situate da 0 fino a 1000 m di quota. Rifugge le zone di fondovalle

Piante simbionti

I simbionti preferiti sono le varie specie di pino (Pinus sp.pl) pur potendo vivere con tutte le specie con cui vive in simbiosi il tartufo estivo.

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